HomeArchivioTerrorismo internazionale: Il wahabismo, le colpe arabe ed occidentali

Terrorismo internazionale: Il wahabismo, le colpe arabe ed occidentali

(Napoli). New York, Aleppo, New Jersey: la notizia di oggi è che il terrorismo internazionale continua a colpire ovunque senza remore, senza distinzioni di sorta, seminando vittime, panico, chiusure ancora maggiori nel mondo e spedendoci dritti in mano alle peggiori destre d’Europa che utilizzano l’odio a scopo elettorale e ci consegnano un mondo impaurito e costellato di muri. Questa volta gli eventi non sono legati direttamente all’Islam come argomenta Ali Anouzla, giornalista marocchino ospite d’Imbavagliati. “In effetti, il terrorismo è divenuto oramai un problema globale – spiega Anouzla – che tocca tutti i paesi. Dal punto di vista pero’ del problema del terrorismo di matrice islamista occorre anche evidenziare che i terroristi che commettono e che hanno commesso simili atti non hanno nulla a che vedere con la religione, la loro è oramai un’ideologia permeata di retorica anti-occidentale, si rivolge esclusivamente contro il modo di vita degli occidentali anche se quest’ultimi sono musulmani. Dall’altro lato assistiamo ad un’ascesa delle destre europee che sono le antagoniste ideologiche dei radicali musulmani, l’effetto politico del radicalismo crescente. Quello che è accaduto a New York darà le ali a Trump nella sua maratona elettorale. Del resto tutta la sua campagna è basata sulla guerra al fondamentalismo islamico. I veri istigatori di questi attentati in realtà non li conosciamo ma è certo che colui che ne beneficerà è solo Trump. Le radici del terrorismo poi vanno cercate altrove ovvero nella politica messa in opera dall’Arabia Saudita e dai paesi del Golfo, una politica di pressione sui musulmani del mondo intero connessa alle forme politiche del totalitarismo”.

 

Dal punto di vista dei siriani, argomenta il giornalista siriano Siruan Hadsch Hossein, ospite d’Imbavagliati, “quando sentiamo di un attentato a New York certamente c’è dispiacere ma bisogna capire che le potenze occidentali sono largamente responsabili di quanto accade nel mondo. I governi occidentali conoscevano il pericolo costituito dall’Isis ma non hanno fatto nulla per arrestarlo quando era ancora possibile. In Siria esiste ora la violenza dell’Isis, di Jabat al Nusra e del regime di Assad. Per Charlie Hebdo e per i morti occidentali si è vista tanta solidarietà nel mondo. Per i bambini siriani morti sotto le bombe non si è vista la stessa partecipazione. Ogni vita è importante, ogni vita conta. I governi occidentali avrebbero potuto agire per prevenire il terrorismo ma niente è stato fatto da questo punto di vista. Poi c’è un altro problema in Siria, oltre le bombe e i morti. Non ci sono più giornalisti occidentali, non c’è più narrazione di cio’ che accade. Per questo i l lavoro dei giornalisti indipendenti siriani è prezioso, fondamentale, per capire cio’ che accade nel paese”.

 

Per Ali Anouzla pero’ non si puo’ dare la colpa solo all’Occidente. La responsabilità deve essere condivisa. Una parte della responsabilità è in effetti dei poteri autoritari che hanno insanguinato il Medio Oriente e il Mediterraneo. C’è un problema democratico in questi paesi. Il tasso di analfabetismo è molto alto e questa è une delle ragioni dell’ascesa del radicalismo. Poi c’è un’altra ragione, ed è la stessa religione musulmana. In tutti questi anni l’Islam è rimasto sempre la stesso, non c’è stata reale evoluzione. D’altro canto i dignitari musulmani non l’hanno fatto progredire e continuano a veicolare messaggi che spesso sono violenti. Ci sono dei testi nel Corano che incitano alla violenza ed i dignitari e gli imam non dovrebbero evidenziare questi testi. Questa è una visione “wahabita” dell’Islam. L’Isis stesso è figlia del wahabismo che non è nient’altro che l’ideologia ufficiale dell’Arabia Saudita. In fondo l’Isis sta facendo quello che ha fatto nei secoli e fa tutt’ora l’Arabia Saudita: uccisioni, decapitazioni, impiccagioni, distruzione dei monumenti storici dell’Islam, addirittura si è tentato nel passato di distruggere la tomba del Profeta. Il problema poi sono i legami stretti che esistono tra Occidente ed Arabia Saudita. Nel 2011, prima dell’ascesa dell’Isis, Ali Anouzla aveva scritto un articolo a questo proposito indicando  nell’Arabia Saudita un pericolo imminente. In effetti inizialmente la rivoluzione siriana era pacifica, come quella egiziana o libica. Poi l’Arabia Saudita ed i paesi del Golfo hanno capito che potevano trarre profitto dalla situazione ed hanno cominciato ad armare la rivoluzione siriana. “La conclusione dunque per me è questa – dice Anouzla – se non cambia l’Arabia Saudita, se non si provoca un cambiamento in questo paese, niente cambierà nel mondo arabo-musulmano”. C’è poi una terza ragione che sta alla base dell’ascesa del terrorismo internazionale. Sono gli interventi militari americani, interventi di estrema violenza, senza conoscere adeguatamente le forze in campo, senza conoscere e considerare la storia di questi paesi. Ed oggi ci troviamo di fronte ad un mostro con mille tentacoli che sarà davvero difficile a sradicare.

testi raccolti da @marco_cesario

www.www.imbavagliati.it

@Imbavagliati16

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